E’ normale che un piccolo esserino abbia una lunga pausa respiratoria?Ma siamo sicuri che questo non gli dia fastidio? Non gli crei un problema? Magari non si ossigena abbastanza?
Il più delle volte si può star davvero tranquilli, ma queste domande, almeno inizialmente, possono angosciare i genitori e talvolta anche i medici perché queste pause, chiamate apnee (sì, proprio come quelle di chi va sott’acqua e nuota senza respirare) sono delle vere e proprie condizioni mediche molto frequenti all’interno delle terapie intensive neonatali e sempre meritevoli di attenzione.
Si manifestano in diverse situazioni: magari un piccolo neonato è rimasto attaccato ad un ventilatore meccanico, è giusto che i medici si affrettino a farlo respirare in modoautonomo al più presto, ovvero senza più un tubo che dal naso va direttamente in trachea, ma solo con nasocannule (tubicini che si inseriscono nelle narici) o mascherine che gli permettano di respirare contro una pressione positiva che lo aiuti a mantenere espanso il suo piccolo polmone (si chiama Nasal C-PAP, ovvero Continuous Positive Air Pressure per via nasale).
Se il piccolo nonostante ciò ha una apnea, ovvero una pausa respiratoria tra un atto e l’altro più lunga di 15-20 secondi e magari seguita da una diminuzione della frequenza cardiaca (che noi definiamo bradicardia quando inferiore a 100 battiti per minuto) allora vorrà dire che forse non è ancora in grado di respirare bene da solo e sarà giusto reintubarlo.
Oppure, come più frequentemente accade, il piccolo neonato da giorni ha un’attività respiratoria autonoma e regolare, ma improvvisamente comincia ad avere episodi di apnea e cambia il suo colorito cutaneo, diventa meno roseo o più grigio, ovvero ha una crisi di cianosi. In quei casi allora, bisogna escludere un’infezione generalizzata del neonato (sepsi neonatale per gli addetti ai lavori) o altre cause in grado di scatenare queste apnee.
Queste apnee sono nel prematuro di natura mista, ovvero sia centrali, legate ai centri del respiro che non ancora funzionano bene, sia di natura ostruttiva-meccanica, poiché tutte le vie respiratorie dal faringe fino agli alveoli possono collabire, si chiudono facilmente.
In passato, si usava molto la caffeina come più importante e singola terapia, oggi la caffeina, il vero farmaco anti apnea è così largamente utilizzata che anche quando il bambino molto pretermine è già intubato e aiutato da una macchina per respirare riceve la caffeina dalle prime ore di vita, preventivamente e fino alla 34a settimana di età corretta, perché fa così bene che migliora comunque il benessere del polmone e non solo il controllo del respiro. Pensiamo sia importante ribadire che apnea e bradicardia non si correlano ad un aumentato rischio di SIDS, la sindrome della morte improvvisa e siamo ben lontani da capire i misteri legati a questa patologia, per fortuna rarissima.
È difficile per i genitori capire cosa fare quando si presenta una apnea, ma gli allarmi, le infermiere ed i medici sono li proprio per questo e queste poche righe servono solo a capire meglio cosa succede tutti i giorni al tuo bimbo prematuro in tutte le terapie intensive neonatali.
Bibliografia
- Eric C. Eichenwald and Committee on Fetus and Newborn. Apnea of Prematurity. Pediatrics. 2016;
- Henderson-Smart DJ.The effect of gestational age on the incidence and duration of recurrent apnoea in newborn babies. Aust Paediatr J. 1981;
- Schmidt B, Roberts RS, Davis P, et al; Caffeine for Apnea of Prematurity Trial Grou. Long-term effects of caffeine therapy for apnea of prematurity. N Engl J Med. 2007;