Uno dei fenomeni più affascinanti dello sviluppo cerebrale precoce è il processo della migrazione neuronale. Sì, esatto, anche tra i neuroni c’è chi non si accontenta del proprio luogo di nascita e, per motivi di lavoro, si sposta nelle zone anche molto remote del cervello. Fino alla 20ma-22ma settimana di gestazione i neuroni si producono molto attivamente nella zona interna degli emisferi cerebrali, chiamata, proprio per questo processo esuberante, “matrice germinativa”. In questo periodo precoce la matrice germinativa si trova a “foderare” quasi tutta la zona periventricolare, cioè quella che circonda i ventricoli cerebrali. Per fornire il giusto nutrimento ai neuroni-neonati, la matrice germinativa è molto ricca di piccoli vasi sanguigni, che spesso hanno una parete molto sottile.
Una volta maturi, i neuroni iniziano a migrare verso l’esterno per formare la parte più nobile del nostro cervello – la sua corteccia. In questo lungo e pericoloso viaggio i neuroni sono guidate da palizzate delle cellule di supporto, chiamate cellule gliali – in effetti da soli farebbero fatica a trovare la giusta strada in questo mare primordiale del cervello in via di formazione. Infezioni da un lato e anomalie genetiche dall’altro, come Scilla e Cariddi, possono minacciare il processo di migrazione neuronale, ma fortunatamente la maggior parte delle volte tutti riescono ad arrivare a destinazione sani e salvi.
Col passare del tempo sempre più neuroni se ne vanno dalla matrice germinativa, ed essa risulta sempre più sottile fino a scomparire completamente in quasi tutta superficie periventricolare. A 25-28 settimane di gestazione l’unica zona periventricolare dove la matrice germinativa risulta ancora presente e attiva è quella del solco talamo-caudato. E’ proprio in questa zona che i sottili vasi sanguigni possono rompersi, nel caso in cui una nascita prematura esponga l’ ex-feto agli sbalzi di pressione troppo grandi e ad altri fattori, causando l’emorragia della matrice germinativa. In effetti, il rischio di emorragia della matrice è inversamente proporzionale all’età gestazionale, ovvero tanto è più basso il periodo gestazionale tanto è più alto il rischio.
Il fenomeno della migrazione neuronale, che avviene negli emisferi cerebrali in maniera centrifuga, cioè, dal centro verso l’esterno, è in modo affascinante rispecchiato da quello che succede nel cervelletto. Anche qua ci sono i neuroni irrequieti che vanno a spostarsi da una parte all’altra, ma il processo avviene in direzione opposta: dall’esterno verso l’interno, in maniera centripeta. La zona germinativa del cervelletto si trova in superficie, e si chiama “strato di granulazione esterno” – mentre la meta finale del viaggio dei neuroni si chiamerà “strato di granulazione interno”. Pochi sanno che il cervelletto, che occupa un volume relativamente molto piccolo, custodisce il 40-45% di tutto il patrimonio neuronale cerebrale. Magari proprio per questo il processo della migrazione neuronale nel cervelletto dura molto più a lungo, e finisce di operare attivamente solo dopo i 6-8 mesi dalla nascita. Non sappiamo ancora bene come la nascita prematura influisce su questo fenomeno complesso, ma quello che possiamo osservare è che anche nel cervelletto possono svilupparsi delle emorragie, sopratutto nel bambini di età gestazionale molto bassa. Anche se non è ancora del tutto chiaro, la cosa più probabile che anche in questo caso il sanguinamento origini nella zona attiva dove i neuroni maturano prima di migrare.
Ma esiste anche un altro fenomeno che unisce la matrice germinativa degli emisferi cerebrali allo strato di granulazione esterno del cervelletto. Può capitare che il sangue dall’importante emorragia della matrice germinativa, a causa del collegamento che esiste tra i vari spazi cerebrali, vada a finire anche attorno al cervelletto, danneggiando il suo strato germinativo superficiale. I meccanismi dietro questo danneggiamento sono ancora oggetto di studi, ma quello che sappiamo è che meglio riusciremmo a proteggere il cervello dei piccolissimi dal sanguinamento, meglio crescerà non solo il loro grande cervello, ma anche il piccolo, ma importantissimo cervelletto.
Dott.ssa Mariya Malova, (pediatra, dottoranda in neonatologia)