ASCOLTA IL PODCAST QUI SOTTO (relatore: prof. L.A. Ramenghi) OPPURE VAI ALLA PAGINA PODCAST
ASCOLTA ANCHE SU SPOTIFY
PERCHE’ “LO SCUDO DI ZEUS”?
Inauguriamo una serie di appuntamenti EuBrain per parlare di attualità che coinvolgono episodi a noi vicini. Mi riferisco allo “scudo di Zeus”, col quale il dio greco combatté e sconfisse i Titani, perché vuol essere un momento di riflessione.
LA NOTIZIA: IL NEONATO MORTO IMPROVVISAMENTE AL PERTINI
Finché non sappiamo con precisione che cosa sia successo a quel povero neonato deceduto al Pertini di Roma, bisogna informare e fare alcune riflessioni con la povera mamma che non si è neanche accorta che il suo bimbo è deceduto mentre era con lei sul letto per favorire l’allattamento al seno, con ogni probabilità è un episodio di postnatal collapse.
Si tratta di un’apnea prolungata con addirittura bradicardia fino al decesso, se uno non si accorge, non viene rianimato che capita rarissimamente (ogni 8000-10mila nati). Non ci sono dei dati sicuri perché, probabilmente, il dato è anche sottostimato.
Capita soprattutto nelle prime ore quando si favorisce il successo dell’allattamento al seno appoggiando il neonato sul seno della mamma per fargli ciucciare il latte materno, il colostro iniziale.
Questa tragedia è nota ed esita o in niente, se ci si accorge per tempo o in una rianimazione del neonato di diverso tipo, a seconda del livello di compromissione che questo neonato con apnea e bradicardia ha e ci si “salva” se il neonato viene rianimato qualche volta anche con degli esiti a distanza, che sono delle lesioni cerebrali come quelle dell’asfissia perinatale con delle lesioni dei nuclei della base, anche delle lesioni più gravi.
Quindi, è una condizione estremamente rara e molto seria.
RIFLESSIONI
Ogni ospedale dovrebbe e deve dotarsi di accorgimenti per lasciar sola, il meno possibile, questa mamma, per aiutarla nel sacrosanto e doveroso allattamento al seno e capire le sue esigenze, ma il tutto va anche adeguato alle risorse che in sanità ci sono per seguire questi nuovi nati che, come sapete, sono in progressiva diminuzione.
Ma nonostante ciò, la carenza del personale si fa sentire ma si fa sentire anche una certa mancanza d’attenzione culturale al problema. È come se non se ne dovesse parlare. Ma questo postnatal collapse esiste e non ci sono fattori di rischio che te lo facciano prevedere, se non quello dell’addormentamento della mamma, se non quello del co-sleeping, cioè il dormire accanto alla mamma.
Non è chiaro perché ciò avvenga al pari di come avviene la sindrome della morte improvvisa. Quindi sono situazioni delle quali bisogna parlare anche con il fastidio che possano turbare la bellezza e la gioia di vivere una nuova nascita.
Quindi noi teniamo ad informare che questo postnatal-collapse esiste. Noi ci teniamo a rassicurare tutti, che alcuni ospedali si dotano di alcuni accorgimenti per cercare di diminuire questo rischio, supervisionando i neonati in quelle fasi, ma è altrettanto doveroso dire che, nonostante ci siano bassi rischi in tutti, perché si identifica addirittura il basso rischio ostetrico nella cultura della demedicalizzazione, dell’umanizzazione delle cure altrettanto sacrosanta, la garanzia che fili sempre tutto liscio è difficile da ottenere e da garantire.
Nonostante ciò, lo sforzo di tutti, che deve partire dall’informazione adeguata, è quello di cercare sempre di più di evitare queste tragedie inmani, che lasciano sgomenti la cittadinanza, i media e anche noi addetti ai lavori perché sono sentimenti d’inadeguatezza e di tragedia che difficilmente si possono lenire anche col tempo.
Un caro saluto e al prossimo episodio!
di: prof. L.A. Ramenghi
Se vuoi ascoltare tutti i nostri podcast clicca qui