Condividiamo con voi il primo podcast comparso sul canale dell’Istituto Gaslini Pediatria-On Air, in cui il cofounder di Eubrain, Luca Ramenghi, descrive lo stroke fetale, una particolare forma di ictus che colpisce i feti. Ascoltalo dal lettore qui sotto:
Lo “stroke fetale” è un termine che si sente spesso e che ha una definizione piuttosto difficile da giustificare in termini di etimologia del significato della parola. Perché? Per “stroke” noi intendiamo la parola inglese traducibile in italiano come “ictus” (il “colpo” nel linguaggio comune). Infatti, rimane ancora nella dizione della lingua italiana “colpo apoplettico” ed arriva molto acutamente.
Se parliamo di ictus, nell’identificazione di un adulto o anche di un bambino e anche e soprattutto di un neonato, di solito, abbiamo l’idea di una lesione arteriosa-ischemica: in questi casi, si chiude un vaso arterioso e a valle di questo c’è un’ischemia. Quando però lo “trasferiamo” al feto, innanzitutto non abbiamo la traduzione italiana del termine (l‘ictus fetale), ma rimane la parola stroke, un termine col quale si vogliono raggruppare una serie di problematiche probabilmente insorte acutamente.
Sono comunque lesioni acquisite durante la vita fetale, come una emorragia che può essere parenchimale nella sostanza cerebrale o all’interno dei ventricoli cerebrali (la più frequente) o una lesione ischemica che sono anche abbastanza rare di quelle simili al neonato alla nascita ma sono veramente molto più rare di quelle diciamo post-natali (dopo la nascita).
Nella maggioranza dei casi viene diagnosticato in modo inaspettato e imprevisto. Si fa un controllo per un‘ecografia durante la gravidanza e si scopre questa lesione che si presume insorta in modo acuto come un’emorragia o un’ischemia.
Si tratta di lesioni acquisite ed è questa la grande differenza dello stroke fetale con le problematiche invece relative alle malformazioni cerebrali, ovvero situazioni che invece si identificano perché il cervello si sta sviluppando con anomalie, patologie e alterazioni; mentre con lo stroke fetale, il cervello si sta sviluppando bene e per un qualche motivo, avviene un’emorragia o un ictus o spontaneamente o con un meccanismo difficile da capire.
Per lo stroke fetale, noi possiamo offrire il nostro expertise e la nostra competenza avendo a disposizione persone che si occupano della diagnostica prenatale con l‘ecografia, anche con le tecniche di risonanza magnetica e persone che si occupano culturalmente di queste condizioni per cercare di capire:
- Perché queste condizioni si siano verificate?
- Che cosa possono comportare per il futuro nascituro?
- C’è un’evoluzione di queste lesioni? Occorre far partorire il feto/il neonato prima?
Per questo, è importante avere un pannello di esperti, di medici capaci di lavorare in due-tre campi specifici, come i neurologi dell’infanzia ( detti anche neuropediatri), i neuropsichiatri infantili che possono essere i neurochirurghi, che possono essere anche i genetisti.
È molto più difficile che una lesione acquisita possa essere determinata da un’anomalia genetica rispetto alle malformazioni, ma non è impossibile, è più improbabile, perché ci sono alcune alterazioni genetiche che possono, per esempio, dare dei sanguinamenti spontanei.
Quindi la complessità di un evento che accade in utero, che non dà segni clinici, perché il feto, poverino, non ci avvisa di questo suo problema se non attraverso un riscontro che può essere occasionale e nella maggioranza dei casi, inaspettato e imprevisto, caratterizza questa dizione più allargata di una serie di lesioni acquisite che è quella dello stroke fetale.
di: prof. L.A. Ramenghi